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Zero-Party Data: perché chiedere i dati è meglio che tracciarli

  • traction2
  • 15 minuti fa
  • Tempo di lettura: 2 min
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Nel marketing digitale i dati sono sempre stati una risorsa centrale, oggi però il modo in cui vengono raccolti e utilizzati sta cambiando profondamente. Con l’aumento dell’attenzione alla privacy e la progressiva scomparsa dei cookie di terze parti, le aziende devono ripensare il proprio approccio ai dati.

In questo scenario emergono i zero-party data: informazioni che gli utenti scelgono volontariamente di condividere con un brand. Preferenze, interessi, bisogni e intenzioni dichiarate in modo diretto diventano una base solida per costruire strategie di marketing più trasparenti, efficaci e sostenibili. A differenza dei dati tracciati automaticamente, non vengono dedotti, ma dichiarati consapevolmente.

Questo tipo di informazione ha un valore particolarmente alto perché nasce da una relazione di fiducia: l’utente sa cosa sta condividendo e perché.

 

Perché oggi sono così importanti

Il contesto normativo e tecnologico sta spingendo le aziende verso modelli più etici e trasparenti. Gli utenti sono più attenti, informati e selettivi.

In questo contesto, i zero-party data permettono di:


  • migliorare la qualità delle informazioni raccolte

  • ridurre la dipendenza da tracciamenti esterni

  • aumentare la fiducia verso il brand

  • costruire comunicazioni più rilevanti e mirate


Non si tratta solo di conformità alle normative, ma di un cambio di paradigma nel rapporto tra aziende e clienti.

 

Zero-Party Data e marketing automation

Quando integrati nei processi di marketing automation, i zero-party data diventano un potente strumento operativo, infatti consentono di:


  • personalizzare i percorsi di comunicazione

  • segmentare i contatti in modo più preciso

  • inviare messaggi coerenti con interessi e bisogni reali

  • migliorare l’efficacia di nurturing e follow-up


La personalizzazione non si basa più su ipotesi o comportamenti indiretti, ma su informazioni fornite direttamente dall’utente.


In un ecosistema sempre più orientato alla fiducia e alla trasparenza, i brand che sapranno valorizzare i zero-party data avranno un vantaggio competitivo reale e duraturo.

 
 
 

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